ALFA ROMEO GIULIA TI
Marchio
ALFA ROMEO
Modello
GIULIA TI
Anno
1967
Km
TARGA E LIBRETTO ORIGINALI
La Giulia venne presentata presso l’Autodromo Nazionale di Monza il 27 giugno 1962 nella versione TI (acronimo di Turismo Internazionale).
Grazie alla cilindrata di 1570 cm³ e all’alimentazione con un carburatore doppio corpo verticale Solex 32 PAIA/7, il motore poteva erogare una potenza di 92 CV DIN (106 SAE). Il cambio a 5 rapporti, all’epoca una chicca che era in genere riservata a vetture di alta sportività e classe, aveva però il comando con la leva al volante, che ne rendeva scomoda e poco sportiva la manovrabilità. Il sedile anteriore aveva la seduta in pezzo unico che la omologava per sei posti, mentre la plancia (in plastica grigia) incorporava una strumentazione ad andamento orizzontale (con tachimetro a nastro e un piccolo contagiri circolare sulla sinistra).
Nel 1963 venne presentata la versione alleggerita e potenziata “Giulia Ti Super”, pensata per la partecipazione alle gare della categoria Turismo. Esternamente la “Ti Super” si riconosce per la sostituzione dei fari di profondità con prese d’aria circolari e per i quadrifogli adesivi sulle fiancate che per la prima volta appaiono su un’Alfa Romeo di serie. Omologata nel Gruppo 2 la “Ti Super” diede buona prova delle sue qualità, restituendo parecchie soddisfazioni all’Alfa Romeo che coniò lo slogan: “Giulia, la berlina che vince le corse”.
Dopo averli sperimentati sulla “Ti Super”, nel 1964 l’Alfa Romeo aggiornò anche la “1600 Ti” adottando 4 freni disco (dopo 22.000 esemplari con freni a tamburo), sedili anteriori separati e leva del cambio a cloche sul pavimento. Nel 1965 la “1600 TI” venne affiancata dalla “Giulia Super” conosciuta come “Bollo Oro” fino al 1969 e “Biscione” dal 1969 al 1972, a causa dei due fregi distintivi applicati ai montanti posteriori. Quest’ultima è la più riuscita, apprezzata e ricercata dai collezionisti. Finiture più curate (plancia rivestita in legno, strumentazione circolare, sedili ridisegnati, profilo “sottoporta” cromato, diversi fregi posteriori, biscioni smaltati sui montanti posteriori) erano le caratteristiche salienti della “Super”, insieme con il motore che, grazie all’adozione di due carburatori doppio corpo orizzontali (Weber 40 DCOE4 oppure Solex 40 PHH/2 entrambi con venturi da 27) , erogava 98 CV DIN (112 SAE). Il nuovo rapporto al ponte 9/41 le consentì di raggiungere nella prova su strada di Quattroruote i 177,154 kh/h, velocità di poco superiore alla precedente “Ti”, ma raggiunta a un minore regime di giri, con un miglioramento del comfort e dei consumi.
Nello stesso anno, Pininfarina utilizzò la base meccanica della “1600” per costruire una propria versione coupé con carrozzeria aerodinamica che fu presentata al salone dell’automobile di Torino.
Nel 1967 la “1600 TI” uscì di listino venendo rimpiazzata, come versione di accesso, dalla “1600 S”, che era dotata di un motore (sempre con un singolo carburatore doppio corpo) potenziato a 95 CV DIN (109 SAE), strumentazione simile alla “Super” ed eliminazione di quasi tutti i profili cromati.
Nel 1969 la “Super” venne potenziata a 102 CV DIN (116 SAE) grazie a nuovi alberi a camme e all’aumento del diametro dei tubi Venturi (da 27 a 30) dei carburatori (Weber 40 DCOE27 o Dell’Orto 40 DHLA o Solex C40 DDH/6) che le consentivano di raggiungere una velocità massima di 178,231 kh/h
Nel 1964 venne lanciato il modello d’accesso Giulia 1300, con motore di 1290 cm³ dotato di un carburatore doppio corpo che erogava 78 CV DIN (89 SAE) evoluzione di quello montato sulla Giulietta TI, cambio a 4 marce, frontale con due soli fari (anziché 4 come sulla 1600), interni molto semplificati e dotazione di accessori ridotta all’osso (mancavano anche la luce di retromarcia e il servofreno). Nonostante le economie si affermò immediatamente come la 1300 più veloce del mondo, con una punta dichiarata di oltre 155 km/h; nella prova di Quattroruote raggiunse i 160,392 km/h.
Nel 1966 venne presentata la 1300 TI, con motore di 1290 cm³ alimentato sempre da un carburatore doppio corpo verticale Solex 32 PAIA/7, ma potenziato a 82 CV DIN (94 SAE) grazie al superiore rapporto di compressione (9:1 invece di 8.5:1) e ai collettori di aspirazione e scarico maggiorati, simili a quelli della 1600 TI. Dalla 1600 ricevette anche il cambio (“L’unica 1300 a cinque marce”, reclamizzava la casa) e finiture più curate. Sempre invariato il frontale con due soli fari.
Nel 1967 anche la 1300 TI ottenne il servofreno, la strumentazione ad andamento orizzontale divenne circolare e venne montato un nuovo volante sportivo a 3 razze. Nel 1969 venne dotata di frizione a comando idraulico con molla a diaframma; nel 1970 ricevette un nuovo impianto frenante a doppio circuito, la pedaliera infulcrata in alto, il correttore di frenata al retrotreno, l’alternatore al posto della dinamo e il passaggio a cerchi da 14″ con pneumatici 165/80. Accreditata di una velocità massima di oltre 160 km/h, nella prova di Quattroruote raggiunse i 163,456 km/h
Nel 1970 nacque la Giulia 1300 Super, che riprendeva le finiture dell’omonima versione 1600 (ma il frontale rimaneva a fari singoli), raggiungendo prestazioni ancora più elevate grazie al motore 1300 alimentato con 2 carburatori orizzontali doppio corpo (Weber 40 DCOE 28, Dell’Orto DHLA 40, Solex C 40 DDH/4) da 89 CV DIN (103 SAE) già utilizzato sulla GT Junior fin dal 1966. Nella prova di Quattroruote raggiunse i 166,879 km/h a fronte di una velocità dichiarata di 165 km/h.
Nel 1971 la 1300 base venne tolta di listino.
LA VETTURA SI PRESENTA IN CONDIZIONI PREGEVOLI, UN RESTAURO COMPLETO ESEGUITO NELL’ANNO 2012 L’HA RIPORTATA AL SUO SPLENDORE ORIGINALE. NASCE NEL COLORE “AZZURRO SPAZIO” CON INTERNO IN TESSUTO GRIGIO.